Sono stata invitata dalla casa editrice artigiana Il Filo di Partenope a partecipare al progetto “Questo non è un lavoro ma una lavorazione” che parte da “12 volte la carta” di Valerio Magrelli, piccolo libro d’artista pubblicato nel 2014 nella collana Ex-voto, in cui l’autore racconta appunta la carta attraverso dodici frammenti di scrittura propri e presi in prestito da altri. Il libro si presta a sua volta ad essere tradotto dagli artisti attraverso il proprio linguaggio che dialogando con il testo traduce ma sopratutto spovrappone e contamina.
La mia opera Quando la carta è nata perchè ragionando sui diversi utilizzi della carta, mi sono soffermata a pensare a quando la carta era l’unico modo per comunicare a distanza. Il mio intervento è stato quello di inserire 12 fotografie d’epoca e cartoline postali applicandole sulle pagine in modo che se ne possa vedere solo il retro. Le frasi scritte sul retro di ognuna di queste immagini dialogano con il testo di Magrelli, alcune sono di saluto, altre descrivono l’immagine stessa che noi però non possiamo vedere. In un momento in cui la comunicazione è basata sul bombardamento di immagini ho deciso invece di far parlare la carta.