BoCs Art Cosenza 2015
Residenza artistica Cosenza 2015
Lungo Crati
Cosenza
5-18 ottobre 2015
Alberto Dambruoso direttore artistico de I Martedì Critici in collaborazione con il Comune e la Provincia di Cosenza mi ha selezionato tra gli artisti che transiteranno e vivranno nei cubi edificati sul lungofiume di Cosenza, veri e propri loft che sono stati messi a disposizione del primo progetto di “Residenza artistica Cosenza 2015”.
Ogni artista ha avuto un paio di settimane, uno studio a disposizione, un budget per la produzione di un opera, destinata al Museo d’Arte Contemporanea di Cosenza.
Durante il periodo della Residenza Artistica a Cosenza ho deciso di lavorare sul tema del PASSAGGIO, rapportandomi con il territorio e donando alla città due opere per il futuro MaCS (Museo di Arte contemporanea di Cosenza).
La prima opera è una fotografia scattata in una casa di Cosenza che fa parte della serie Ritorni.
“Entro in una casa che non è più abitata e trovo quello che è rimasto indietro; il vuoto lasciato ha i segni del passaggio ed è uguale e diverso in ogni abitare.
Il momento in cui avviene il cambiamento rappresenta una pausa in cui si percepisce la nostalgia del mutare.
Non è vano quello che resta, ma la traccia di un vissuto che le mura hanno assorbito, tracce dell’uomo e del suo mutamento. Insieme al vuoto che ci lasciamo alle spalle, rimane l’appartenenza, l’identità l’odore. E’ l’attraversamento.
La parola trasloco che viene dal latino Trans (oltre) e Locus (luogo) ci porta dunque al di là del luogo nel significato che quel luogo ha per quell’essere umano.
La casa rappresenta il rifugio e la famiglia, la sicurezza, l’intimità, la stabilità e quando viene svuotata rimangono i segni di quello che è stato. Si respira la solitudine, si percepisce l’abbandono, ovvero l’atto del lasciare per sempre.
Ma alla nostalgia legata agli addii c’è la bellezza di un nuovo inizio.
Il passaggio da una fase ad un altra, da un momento della vita ad un’altro ci trasforma e ci fa ritornare a noi stessi, riporta a sentire quell’appartenere che ci rassicura, ci restituisce un identità nuova, ma ugualmente nostra.
Ed ecco che il mutamento diventa un ritorno a casa.”
La seconda opera è composta da un insieme di negativi e positivi intelaiati ed incorniciati, è dunque un opera unica intitolata: Due fiumi (ovvero παντα ρει)
“Durante la mia residenza ho proiettato sulla finestra del mio box una fotografia ogni giorno.
Partendo dal fiume Tevere, dove sono cresciuta, utilizzo delle immagini sempre meno nitide fino ad una non immagine completamente bianca.
Dopo questa pausa iniziano poi le immagini del fiume Crati che si delinea sempre più nitidamente.
Il primo negativo con il Tevere risale al 2004 ed è stato uno dei primi rullini in bianco e nero che ho utilizzato il passaggio dal Tevere al Crati è anche un passaggio fotografico dal negativo al positivo e dal bianco e nero al colore.
La proiezione da dentro il bocs verso fuori, fa oltrepassare attraverso il vetro un immagine di luce per documentare questo passaggio che corrisponde al mio diventare adulta.
Il fiume con il concetto Eraclitiano del divenire rappresenta perfettamente questo momento della mia vita, ovvero il passaggio di stato dall’essere bambina al diventare donna.”